Dopo quasi 14 anni di guerra civile la Siria deve affrontare enormi sfide a livello economico, politico e sociale. Molte parti del Paese nonché le infrastrutture sono distrutte, oltre 14 milioni di siriani hanno lasciato il Paese, oltre 7 milioni di persone sono state sfollate internamente e, stando alle stime, oltre mezzo milione di persone ha perso la vita nel conflitto. Circa due terzi della popolazione continuano a dipendere dagli aiuti umanitari.
Nel fine settimana del 7 dicembre 2024 il governo siriano di Bashar al-Assad è stato rovesciato da vari gruppi ribelli guidati da Hayat Tahrir El Sham. Nel frattempo è stato formato un governo di transizione. Tuttavia, l’evoluzione della situazione è incerta e un deterioramento della sicurezza è possibile in qualsiasi momento. La situazione rimane quindi molto instabile, in particolare per quanto riguarda l’orientamento fondamentale del nuovo Stato, il ruolo delle minoranze, la garanzia di una pace duratura e, in generale, le prospettive politiche ed economiche a medio termine.
Il 9 dicembre 2024 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha sospeso fino a nuovo avviso le decisioni relative alle domande d’asilo presentate da cittadini siriani. Infatti, a causa della situazione politica incerta a seguito del cambio di potere, la SEM non è attualmente in grado di esaminare queste domande con cognizione di causa.
La SEM monitora in permanenza il contesto siriano e riprenderà a emanare le decisioni non appena sarà possibile effettuare una valutazione affidabile della situazione (stabilizzazione sotto il profilo della sicurezza, chiarezza sull’evoluzione a medio termine dei rapporti di forza e analisi della situazione socioeconomica).
FAQ
Il quadro politico in Siria rimane confuso e gli scenari futuri sono difficili da prevedere, per cui al momento non è possibile valutare in modo affidabile la situazione in materia di sicurezza e diritti umani nel Paese. La SEM segue tuttavia gli sviluppi con grande attenzione e procederà a una nuova valutazione non appena possibile.
In reazione agli eventi in Siria, il 9 dicembre 2024 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha sospeso fino a nuovo avviso le decisioni relative alle domande d’asilo presentate da cittadini siriani. La sospensione si estende anche all’esecuzione degli allontanamenti. Al momento non vengono eseguiti rimpatri verso la Siria. Ciò è dovuto al fatto che il quadro politico poco chiaro a seguito del cambio di potere non consente ancora una valutazione approfondita della situazione. I cittadini siriani possono tuttavia continuare a depositare una domanda d’asilo presso la SEM. In un primo tempo i richiedenti vengono accolti in un CFA e interrogati in merito ai motivi d’asilo. Successivamente sono attribuiti alla procedura ampliata e assegnati a un Cantone.
La SEM valuta costantemente la situazione nei Paesi di provenienza dei richiedenti l’asilo, a prescindere dal fatto che sia stata disposta una sospensione. A tal fine, la SEM si fonda sulle informazioni fornite dalle organizzazioni internazionali (compreso l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati) e dalle ONG, nonché da scienziati, giornalisti, rappresentanze svizzere all’estero e altre persone competenti e degne di fiducia. La SEM è inoltre in costante contatto con le autorità partner all’estero e con l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA).
Sì, le decisioni in materia di ricongiungimento familiare dall’estero, di inclusione nella qualità di rifugiato o di concessione dell’asilo a famiglie continueranno a essere emanate giacché non dipendono dalla situazione in Siria.
- Rifugiati riconosciuti provenienti dalla Siria (permesso B):
In linea di principio la concessione dell’asilo e il riconoscimento dello statuto di rifugiato sono di durata indeterminata. Sussistono fino a quando non intervenga un motivo di porvi fine secondo l’articolo 63 o 64 della legge sull’asilo (LAsi). Secondo l’articolo 63 capoverso 1 lettera b LAsi, la SEM revoca l’asilo o disconosce la qualità di rifugiato per i motivi menzionati nell’articolo 1 sezione C numeri 1-6 della Convenzione sullo statuto dei rifugiati.
Le cosiddette «clausole di cessazione» definiscono in quali circostanze un rifugiato cessa di essere tale. Le clausole si fondano sulla considerazione che la protezione internazionale non deve più essere concessa quando non è più necessaria o giustificata. Di conseguenza, una persona non fruisce più della Convenzione sui rifugiati se, cessate le circostanze in base alle quali è stata riconosciuta come rifugiato, essa non può continuare a rifiutare di domandare la protezione dello Stato di cui ha la cittadinanza (art. 1 sez. C n. 5 Convenzione sullo statuto dei rifugiati).
A tal fine è necessario in ogni caso un cambiamento fondamentale o profondo di carattere duraturo, in base al quale si possa presumere che il motivo del timore di persecuzione non sussista più. Per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni generali nel Paese di origine, è necessario che la situazione possa essere considerata democratica, conforme allo Stato di diritto, conforme ai diritti umani, stabile e duratura.
Il quadro politico in Siria rimane confuso e gli scenari futuri sono difficili da prevedere, per cui al momento non è possibile valutare in modo affidabile la situazione in materia di sicurezza e diritti umani nel Paese. Di conseguenza, per il momento nulla cambia per i siriani che hanno trovato protezione in Svizzera. La SEM continua a seguire attentamente gli sviluppi.
- Persone ammesse provvisoriamente AP (permesso F):
Secondo l’articolo 84 capoversi 1 e 2 LStrI, la SEM verifica periodicamente se le condizioni per l’ammissione provvisoria già disposta sono ancora soddisfatte. Nel contesto siriano una tale verifica sarà possibile solo quando si delineerà l’ulteriore evoluzione della situazione nel Paese. La SEM segue attentamente gli sviluppi in Siria e, se necessario, adeguerà la prassi in materia di asilo e di allontanamento sulla base di un’analisi aggiornata della situazione.
È importante sottolineare che, affinché l’ammissione provvisoria possa essere revocata, anche qualora venissero meno i presupposti è obbligatoria una verifica preliminare della proporzionalità specifica per ciascun caso. In tale contesto occorre valutare gli interessi privati della persona interessata a rimanere in Svizzera e gli interessi pubblici della Svizzera a eseguire l’allontanamento. In parole povere, si valuta se queste persone svolgono un’attività lucrativa e sono integrate, se i loro figli frequentano la scuola, se il luogo di soggiorno è/era costantemente noto alle autorità, se hanno commesso reati, ecc.
Le persone che desiderano tornare volontariamente in Siria devono rivolgersi ai servizi cantonali di consulenza per il ritorno, che organizzano il viaggio in collaborazione con la SEM.
Dopo il cambio di potere nel dicembre 2024, il numero di partenze volontarie verso la Siria è aumentato notevolmente ma rimane comunque relativamente basso rispetto al numero di persone che soggiornano in Svizzera. I dati attuali sui rimpatri in Siria sono reperibili nelle statistiche sull’asilo pubblicate mensilmente dalla SEM.
La SEM segue con grande attenzione gli sviluppi nel settore del rimpatrio e valuta costantemente possibili misure di reintegrazione specifiche per ciascun Paese a livello nazionale ed europeo.
- Nel caso di persone provenienti dalla Siria e ammesse provvisoriamente in Svizzera, la SEM può autorizzare un viaggio nel Paese d’origine previo esame del caso specifico (art. 9 dell’ordinanza concernente il rilascio di documenti di viaggio per stranieri, ODV).
- Per motivi giuridici (divieto di viaggiare per rifugiati secondo l’art. 59c della legge federale sugli stranieri e la loro integrazione, LStrI) la SEM non può autorizzare i rifugiati riconosciuti a recarsi nel loro Paese d’origine o di provenienza. Se dei rifugiati riconosciuti hanno intrapreso un viaggio nel Paese d’origine o di provenienza, ciò comporta, di norma, ai sensi dell’articolo 63 capoverso 1bis LAsi, il disconoscimento della qualità di rifugiato e la revoca dell’asilo. Sono fatti salvi i casi in cui lo straniero rende verosimile di essersi visto costretto a effettuare tale viaggio.
In reazione agli eventi in Siria, il 9 dicembre 2024 la Segreteria di Stato della migrazione (SEM) ha sospeso fino a nuovo avviso le decisioni relative alle domande d’asilo presentate da cittadini siriani. Il provvedimento si estende anche alla valutazione degli ostacoli all’esecuzione degli allontanamenti. Pertanto al momento l’esecuzione degli allontanamenti è sospesa.
Al momento non vengono eseguiti rinvii coatti in Siria.
La SEM osserva costantemente la situazione e gli sviluppi in Siria. A tal fine, si fonda sulle informazioni fornite dalle organizzazioni internazionali (compreso l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati) e dalle ONG, nonché da scienziati, giornalisti, rappresentanze svizzere all’estero e altre persone competenti e degne di fiducia. La SEM è inoltre in costante contatto con le autorità partner all’estero e con l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA).
In caso di reati gravi uno straniero può essere espulso dal Paese da un tribunale penale. In questi casi occorre verificare se l’esecuzione dell’espulsione è ammissibile. Attualmente, tuttavia, la SEM non è in grado di effettuare tale verifica, motivo per cui l’esecuzione degli allontanamenti è sospesa.
La SEM osserva costantemente la situazione e gli sviluppi in Siria. A tal fine, si fonda sulle informazioni fornite dalle organizzazioni internazionali (compreso l’Alto Commissariato dell’ONU per i rifugiati) e dalle ONG, nonché da scienziati, giornalisti, rappresentanze svizzere all’estero e altre persone competenti e degne di fiducia. La SEM è inoltre in costante contatto con le autorità partner all’estero e con l’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA).
Dall’inizio della crisi nel 2011, la Svizzera è impegnata in Siria e nei Paesi confinanti a sostegno delle persone colpite dal conflitto. A tal fine sono stati stanziati ogni anno importi fino a circa 60 milioni di franchi. Circa due terzi di questi fondi sono destinati alla popolazione bisognosa in Siria, mentre il resto serve a sostenere i profughi in Libano, Giordania, Turchia e Iraq.
Nell’ambito di un programma di cooperazione regionale la Svizzera sta operando nei settori della protezione e della migrazione, dell’istruzione e dei redditi, della prevenzione dei conflitti e della promozione della pace, nonché dell’approvvigionamento idrico e dei servizi igienico-sanitari (cfr. informazioni del DFAE). La SEM è particolarmente impegnata nei settori della protezione e della migrazione. Tra i suoi obiettivi principali figurano l’accesso alla registrazione e alla documentazione per i profughi nei Paesi confinanti con la Siria, un migliore accesso alle prestazioni di aiuto ai profughi, il rafforzamento delle capacità delle autorità locali in materia di protezione e gestione della migrazione e la promozione di soluzioni sostenibili per i profughi.
Ultima modifica 22.05.2025