"70esimo anniversario dell’ONU: avanti sulla via della pace, della sicurezza e dei diritti dell’uomo"

Berna, 28.09.2015 - Discorso della presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga pronunciato dinanzi alla 70a Assemblea generale delle Nazioni Unite in occasione della settimana ad alto livello a New York. – Vale il testo parlato.

Signor Presidente dell’Assemblea generale,
Signor Segretario generale,
Onorevoli Capi di Stato e di Governo,
Eccellenze,
Gentili signore, egregi signori,
   

70° anniversario dell’ONU : le conquiste sono considerevoli, le sfide anche

Settanta anni fa veniva fondata l’ONU. Sulle rovine di un mondo devastato dalla Seconda guerra mondiale, 51 Paesi decisero di ridare voce ai valori dell’umanità, istituendo un’organizzazione per la pace e la sicurezza internazionali e riunendosi attorno ai principi sanciti dalla Carta: dignità, diritti dell’uomo, uguaglianza, giustizia, tolleranza, pace.

Settanta anni più tardi, l’ONU conta 193 membri e rappresenta un’organizzazione universale con una legittimità unica.

È del tutto giustificato celebrare i 70 anni di esistenza dell’ONU, poiché le sue conquiste sono così tante che difficilmente riusciamo oggi a immaginarci un mondo senza ONU.

Da quando è stata istituita, l’ONU ha senza dubbio contribuito in misura considerevole al progresso, consentendo in particolare di ridurre in modo tangibile la povertà in alcuni Paesi. E l’ONU ha raggiunto il suo scopo principale: la nostra generazione è la prima a non aver vissuto una guerra mondiale.

Ma vogliamo stilare un bilancio onesto e quindi dobbiamo anche essere critici.


Gentili signore, egregi signori,

Se attualmente quasi 120 000 persone sono impiegate nelle missioni di mantenimento della pace dell’ONU significa che ancora oggi nel mondo ci sono troppe crisi e troppe guerre.

In tutto il mondo ci sono 60 milioni di profughi, una cifra mai raggiunta da quando è stata fondata l’ONU.

Vi sono problemi per i quali non siamo sufficientemente veloci nella ricerca di soluzioni. Per di più siamo responsabili di averne creati di nuovi, ad esempio i cambiamenti climatici.

Anche se è spiacevole, dobbiamo riconoscere che il nostro comportamento è tuttora estremamente contraddittorio. Cito soltanto due esempi:

  • in primo luogo, molti Paesi arrancano nella peggior miseria, nonostante siano ricchi di materie prime.
  • in secondo luogo, abbiamo difficoltà a gestire grossi flussi migratori – nel contempo, per effetto del riscaldamento climatico priviamo molte persone delle basi necessarie per continuare a vivere a casa loro.


Gentili signore, egregi signori,

Facciamo anche un po’ di autocritica: Cosa c’è che non va se così tanti giovani con una buona formazione hanno il desiderio di lasciare il proprio Paese, e non solo nei Paesi in sviluppo, ma anche in molti Stati europei?

Dobbiamo riconoscere che non siamo ancora lontanamente riusciti a distribuire equamente il benessere nel mondo. Non siamo ancora riusciti a far sì che i princìpi dello Stato di diritto siano la norma – la corruzione è tuttora ampiamente diffusa. Infine non siamo ancora riusciti a coniugare crescita e sviluppo con la protezione dell’ambiente.

Troppo spesso gli interessi nazionali impediscono la formulazione di risposte comuni. Penso ad esempio alla crisi migratoria che colpisce il Medio Oriente e l’Europa. Solo uniti possiamo far fronte a dei flussi migratori importanti.

Quando ognuno pensa solo per sé alla fine perdono tutti. Perdono i migranti. La solidarietà fra gli Stati viene meno.

E se non proteggiamo la dignità umana inganniamo anche noi stessi, poiché: Chi tradisce i propri valori tradisce se stesso. Quindi ripeto: le crisi dei profughi richiedono risposte solidali.

I profughi della guerra civile siriana non possono essere accolti tutti dalla Turchia, dalla Giordania o dal Libano. Questi Stati hanno svolto un lavoro ammirevole che forse non è stato sufficientemente riconosciuto. Anche singoli Stati d’Europa non possono accogliere tutti i profughi.


Gentili signore e signori,

Tutti saremo valutati per come abbiamo gestito questa drammatica sfida umanitaria.

E qui vi è un’altra contraddizione: se gli Stati agiscono individualmente e senza coordinarsi fra loro nella ricerca di risposte a fenomeni di ampia portata quali la migrazione, le soluzioni non potranno durare nel tempo.

L’essere umano non è esente da contraddizioni – nessuno di noi lo è. E le contraddizioni fanno parte – almeno in una certa misura – della natura umana.

Dobbiamo tuttavia ridurre le contraddizioni nelle azioni dei Governi, degli Stati e delle Comunità di Stati. Tutti sanno che di fronte alla povertà e ai flussi migratori, ai conflitti, al terrorismo, al crimine organizzato, ai cambiamenti climatici, l’azione collettiva è indispensabile per rispondere ai bisogni degli Stati e dei loro cittadini.

L’ONU è più che mai necessaria. Per questo abbiamo bisogno di: "Un’ONU forte per un mondo migliore". Gli Stati hanno l’ONU che si meritano, sta a noi migliorarla!

Quali dovranno essere tre priorità:
   

Prima priorità: Rafforzare il pilastro sviluppo e il pilastro pace e sicurezza

L’ambiziosa agenda per il programma di sviluppo sostenibile fino al 2030 che abbiamo appena adottato rappresenta un grandissimo passo in avanti. Dimostra la capacità dell’ONU di rinnovarsi.

Questa dinamica deve essere portata avanti per conseguire un accordo ambizioso in occasione della 21a Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si svolgerà a Parigi nel dicembre di quest’anno.

Quanto al pilastro pace e sicurezza, tre processi di verifica in corso devono permettere di raccogliere le sfide del futuro e rafforzare l’ONU. A questo proposito, un’attenzione particolare deve essere rivolta alla protezione delle popolazioni civili.

La Svizzera è convinta che per risolvere un conflitto non sia sufficiente un approccio puramente militare. L’ONU deve fondare piuttosto ogni suo impiego su una strategia politica volta a risolvere i conflitti in maniera duratura. Questo ci è apparso sempre più evidente nel quadro dei diversi processi di pace e di dialogo condotti a Ginevra, concernenti la Siria, la Libia, e lo Yemen e nel quadro dei negoziati sul nucleare tra E3/EU + 3 e l’Iran.

Siamo anche convinti che l’ONU debba rafforzare le proprie capacità di prevenire i conflitti per individuare tempestivamente le tensioni ed evitare così che si giunga a scontri violenti. Le esperienze maturate nel quadro della presidenza svizzera della Riunione specifica sul Burundi della Commissione di consolidamento della pace dell’ONU hanno fra l’altro mostrato che l’ONU deve adottare una prospettiva a lungo termine poiché per conseguire una pace duratura ci vogliono tempo, pazienza e risorse.

Questo significa, fra l’altro, che gli attori dell’ONU impegnati a favore della pace e della sicurezza devono collaborare strettamente con le componenti del sistema ONU che si occupano di sviluppo.

Per quanto riguarda l’attuazione della risoluzione 1325, che è stata adottata 15 anni or sono dal Consiglio di sicurezza dell’ONU, la Svizzera continuerà a impegnarsi nel promuovere la partecipazione delle donne nei processi di pace, ma anche nel settore della sicurezza. Il coinvolgimento delle donne, infatti, contribuisce alla stabilità degli accordi di pace, inserendo nuovi temi nell’agenda dei negoziati e migliorando il sostegno di questi accordi e alla loro applicazione da parte dell’opinione pubblica.

L’ONU riesaminerà la propria strategia globale contro il terrorismo nell’estate 2016. La sua applicazione rappresenta una priorità per la Svizzera, in particolare per quanto riguarda la prevenzione e il rispetto dei diritti dell’uomo e del diritto internazionale umanitario.

La Svizzera è anche convinta che un’ONU forte sia un’ONU in grado di agire e di decidere quando la pace e la sicurezza internazionali sono minacciate. A questo proposito, reiteriamo il nostro appello di lunga data ai membri del Consiglio di sicurezza di non bloccare o votare contro una risoluzione volta a prevenire o a mettere fine a genocidi, crimini contro l’umanità o crimini di guerra.
   

Seconda priorità: Rafforzare il pilastro diritti dell’uomo

I diritti dell’uomo costituiscono il terzo pilastro dell’ONU. Esso va rafforzato. La Svizzera s’impegna in tal senso ed è fiera di essere candidata al Consiglio dei diritti dell’uomo per gli anni 2016-18.

Le priorità svizzere in materia di diritti dell’uomo sono l’abolizione della pena di morte, il mantenimento del divieto della tortura, la promozione dei diritti delle donne e dei fanciulli e la protezione dei difensori dei diritti dell’uomo.

È parimenti fondamentale che gli autori di violazioni dei diritti dell’uomo siano tradotti in giustizia; la Svizzera rammenta il ruolo importante della Corte penale internazionale nella lotta contro l’impunità. Inoltre, nell’aprile 2016 si terrà una sessione speciale dell’Assemblea generale sulla problematica mondiale delle droghe. Durante questo evento la Svizzera si impegnerà affinché il rispetto dei diritti dell’uomo sia debitamente considerato ai fini della tematica.

Il sistema umanitario ha raggiunto i suoi limiti a causa del moltiplicarsi e della complessità delle crisi e della loro durata. Nel 2015 erano 82 milioni le persone che avevano bisogno di assistenza umanitaria immediata, una cifra senza precedenti.

Il Vertice umanitario mondiale (World Humanitarian Summit), previsto a Istanbul nel maggio 2016, è un’occasione per migliorare l’efficacia del sistema umanitario permettendogli di meglio rispondere alle necessità delle vittime. In ottobre, la Svizzera e l’ONU organizzano a Ginevra la consultazione internazionale del Vertice, sotto forma di una grande conferenza preparatoria.

Gli obiettivi della Svizzera si incentrano sul rispetto e sull’attuazione dei principi umanitari, sull’accesso alla protezione delle vittime, sulla migliore mobilitazione delle risorse, sul miglior coordinamento fra gli attori umanitari e su maggiori sinergie con i programmi di sviluppo.

In dicembre si terrà a Ginevra la 32ª Conferenza internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa. Sarà un’occasione importante per riaffermare i principi fondamentali del Movimento della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e per progredire verso la creazione di uno spazio istituzionale in cui discutere di un migliore rispetto del diritto internazionale umanitario.
   

Terza priorità: Riforma del funzionamento dell’Organizzazione

Gentili signore e signori,

Continuiamo a costruire assieme un’ONU moderna ed efficiente. Dobbiamo intervenire nell’ambito della governabilità ma anche delle infrastrutture. La Svizzera è un membro affidabile dell’ONU e farà di tutto per rafforzare e sostenere questa organizzazione nei prossimi settant’anni.

Quale centro più importante della governabilità internazionale, con un numero e una varietà incomparabili di attori e temi importanti, Ginevra avrà un ruolo di rilievo. Speriamo di riuscire presto a fare un passo molto importante per il suo rafforzamento promuovendo molto concretamente il progetto di ristrutturazione del Palais des Nations di Ginevra, lo Strategic Heritage Plan, che consentirà di dotare l’ONU di infrastrutture efficienti e di ottimizzare l’utilizzazione di questo luogo a favore della pace, dei diritti dell’uomo e dello sviluppo sostenibile. La Svizzera sostiene con convinzione questo progetto di ristrutturazione.


Gentili signore e signori,

ogni Stato membro ha la responsabilità di impegnarsi affinché l’ONU sia in grado di servire in modo ottimale gli interessi dei popoli. La Svizzera è determinata a continuare la sua azione a questo proposito.

Settant’anni or sono alcuni Paesi hanno avuto la lucidità e la lungimiranza di fondare le Nazioni Unite, che hanno dato molto al mondo. Settant’anni più tardi dobbiamo dimostrare la stessa lucidità e la stessa lungimiranza per garantire il futuro di questa organizzazione e dare il miglior futuro possibile ai popoli delle Nazioni Unite.


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Ultima modifica 19.01.2023

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