Visita di Stato in Svizzera del Presidente della Tunisia Béji Caïd Essebsi

Berna. Il Consiglio federale, sotto la guida del Presidente della Confederazione Johann N. Schneider-Ammann, ha ricevuto il Presidente tunisino Béji Caïd Essebsi per una visita di Stato. Le relazioni tra la Svizzera e la Tunisia si sono approfondite da quando quest’ultima, con la rivoluzione del 2011, ha intrapreso il cammino, onorato nel frattempo anche dal premio Nobel per la pace, verso la democrazia e lo Stato di diritto.
La consigliera federale Sommaruga accoglie il Presidente tunisino Béji Caïd Essebsi
La consigliera federale Sommaruga accoglie il Presidente tunisino Béji Caïd Essebsi (foto: CME)

Il Presidente della Confederazione Schneider-Ammann ha dichiarato che le circostanze a causa delle quali la visita di Stato è stata annullata nel novembre dell'anno scorso mostrano come il cammino intrapreso dalla Tunisia possa essere difficile e irto di ostacoli. Ha aggiunto che, in ragione della sua evoluzione democratica, la Tunisia costituisce tuttavia un esempio, sottolineando il grande rispetto che la Svizzera prova nei suoi confronti. La visita del presidente Essebsi - ha proseguito Schneider-Ammann - è un'opportunità per rafforzare ulteriormente le relazioni tra i due Paesi.

Oltre al Presidente Béji Caïd Essebsi, ai colloqui ufficiali erano presenti, da parte tunisina, il Ministro degli esteri Khemaies Jhinaoui e Yassine Brahim, Ministro dello sviluppo, degli investimenti e della cooperazione internazionale. La Svizzera era rappresentata, oltre che dal Presidente della Confederazione Schneider-Ammann, dal Consigliere federale Didier Burkhalter, capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e dalla Consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP). Le delegazioni hanno discusso degli ambiti in cui entrambi i Paesi desiderano cooperare ancora più strettamente in futuro.

La Svizzera sostiene la democratizzazione della Tunisia

Temi centrali sono stati la transizione democratica della Tunisia e l'impegno della Svizzera in favore dei diritti umani, della democrazia e dello Stato di diritto in Nord Africa. Nell'ambito della cooperazione bilaterale la Svizzera ha sostenuto con un importo complessivo di circa 80 milioni di franchi le riforme messe in atto in Tunisia dal 2011 alla fine del 2015.

La Svizzera ha assicurato di continuare a sostenere il processo democratico accompagnando, fra l'altro, le elezioni locali tunisine nel 2016. Secondo la Strategia di cooperazione per il Nord Africa la Tunisia è un Paese partner. Un obiettivo importante è dunque quello di sviluppare prospettive per le regioni più povere del Paese e per la gioventù tunisina.

Economia, migrazione e prevenzione della violenza

Un altro tema centrale affrontato dalle delegazioni sono state le relazioni economiche, che negli ultimi anni si sono costantemente infittite e intensificate. Il Consiglio federale accoglie con favore le ampie riforme economiche perseguite dal Governo tunisino; i progressi fatti per migliorare le condizioni generali per le imprese rappresentano il segnale migliore per attirare nuovi investimenti e rendere più dinamica l'economia.

Entrambi i Paesi giudicano eccellente il partenariato in materia di migrazione tra la Svizzera e la Tunisia, concluso nel 2012, nel cui contesto s'intende sviluppare lo scambio di giovani professionisti.

Per quanto concerne gli attentati terroristici commessi in Tunisia, in altre parti del mondo arabo e in Europa, le delegazioni hanno discusso in maniera approfondita dei conflitti in atto in Libia e in Siria nonché della cooperazione internazionale in materia di lotta al terrorismo. Entrambe le parti si sono mostrate interessate a creare un dialogo strategico sulla prevenzione dell'estremismo violento.

È stato affrontato anche il tema dei fondi dell'ex presidente Ben Ali e del suo entourage attualmente bloccati in Svizzera. Le delegazioni hanno apprezzato la buona collaborazione nella questione. Il Presidente della Confederazione Schneider-Ammann ha ribadito la volontà politica della Svizzera, tenuto conto dei principi dello Stato di diritto, di restituire alla Tunisia la totalità dei fondi di cui è dimostrata la provenienza illecita. A tale proposito spetta innanzitutto alle autorità giudiziarie tunisine e svizzere condurre le procedure di assistenza giudiziaria e penale necessarie. La Svizzera ha già potuto trasmettere alla Tunisia mezzi di prova dettagliati.

Firmati documenti bilaterali

Giovedì sono stati firmati sette trattati bilaterali tra cui un'intesa sulle consultazioni politiche bilaterali, nonché dichiarazioni d'intenti su una cooperazione più approfondita nei settori dell'educazione superiore, della ricerca e dell'innovazione e della prevenzione dell'estremismo violento. Una dichiarazione d'intenti sui beni bloccati rappresenta un segnale dei progressi raggiunti e ha per obiettivo di approfondire la cooperazione tra i due Paesi nel settore dell'assistenza giudiziaria. Prevede segnatamente consultazioni in vista di possibili negoziati concernenti uno strumento di assistenza giudiziaria.

Come da tradizione, una cena di gala a Berna conclude la prima giornata della visita di Stato. Il programma della seconda giornata è dedicato innanzitutto a questioni inerenti alla cooperazione economica e alla formazione professionale. Avranno così luogo uno scambio di idee e una tavola rotonda cui parteciperanno rappresentanti dell'economia. Il Presidente della Confederazione e il Presidente Béji Caïd Essebsi visiteranno a Ostermundigen (BE) una ditta che opera in Tunisia attraverso una sua filiale.

Ultima modifica 18.02.2016

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