Nessun indizio di uso sistematico della violenza nei centri federali d’asilo
Berna-Wabern, 18.10.2021 - Non vi sono indizi secondo cui nei centri federali d’asilo i diritti dei richiedenti l’asilo sono sistematicamente ignorati. I diritti fondamentali e umani sono in linea di massima rispettati. È quanto conclude l’ex giudice federale Niklaus Oberholzer, incaricato dalla Segreteria di Stato della migrazione (SEM) di verificare se i collaboratori dei servizi di sicurezza ricorrano a misure di coercizione sproporzionate. Simili misure sono state applicate in singoli episodi, per i quali è stata avviata un’istruzione penale. Nel suo rapporto, Oberholzer raccomanda alla SEM in particolare di valutare e migliorare la formazione del personale di sicurezza nonché di occupare con propri collaboratori le posizioni chiave in questo settore.
Nella primavera del 2021 alcuni media e organizzazioni non governative (ONG) avevano denunciato un ricorso eccessivo e sistematico alla violenza da parte dei collaboratori dei servizi di sicurezza nei centri federali d’asilo (CFA). Su incarico della SEM, l’ex giudice federale Niklaus Oberholzer ha analizzato sette casi di presunta applicazione sproporzionata di misure di coercizione nei confronti di richiedenti l’asilo. Ha inoltre esaminato se i risultati di tali accertamenti implichino la necessità concreta di intervenire per quanto riguarda il regime di sicurezza e al piano di gestione dei CFA.
L’accusa di tortura è ingiustificata e falsa
Nel rapporto, Niklaus Oberholzer giunge alla conclusione che non vi sono indizi di inosservanza sistematica dei diritti dei richiedenti l’asilo o di pregiudizi generali da parte dei collaboratori dei servizi di sicurezza. Anche l’accusa di tortura è ingiustificata e falsa. Oberholzer condivide il parere della Commissione nazionale per la prevenzione della tortura (CNPT) e della sezione svizzera dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati secondo cui nei CFA i diritti fondamentali e umani sono in linea di massima rispettati. Inoltre, Oberholzer sottolinea che in sei dei sette casi analizzati è stata avviata un’istruzione penale e che pertanto è garantita un’indagine indipendente e senza pregiudizi delle autorità giudiziarie. In base ai suoi accertamenti Oberholzer giunge alla conclusione che in tre dei sette casi i collaboratori dei servizi di sicurezza hanno reagito in modo sproporzionato ed eventualmente anche illecito a una situazione di conflitto. In tre altri casi l’uso della forza era proporzionato e giustificato poiché riconducibile all’atteggiamento violento di un singolo richiedente l’asilo che era spesso sotto l’influsso massiccio di alcol o stupefacenti. In un caso sussistono dubbi se la reazione a un conflitto sia stata appropriata.
Secondo Oberholzer, il numero di casi critici, in cui erano coinvolti solo pochi collaboratori dei servizi di sicurezza, deve essere messo in relazione con il numero totale dei collaboratori di sicurezza impiegati nei CFA, pari a circa 700 unità, e ai più di 2000 richiedenti l’asilo che soggiornano contemporaneamente nei centri. I casi analizzati dimostrano inoltre che spesso i collaboratori dei servizi di sicurezza, ma anche quelli dei servizi di assistenza, devono affrontare situazioni difficili.
Notevolmente ridotto il numero dei casi di conflitti fuori controllo
La nuova legge sull’asilo introdotta nel marzo 2019 ha comportato modifiche organizzative fondamentali: le strutture di alloggio sono state ingrandite, il numero degli attori coinvolti è aumentato e la durata del soggiorno dei richiedenti l’asilo nei centri si è prolungata. Questa nuova situazione ha presumibilmente aumentato il potenziale di conflitto, soprattutto dal 2020, quando la diffusione del coronavirus ha avuto ripercussioni anche sull’alloggio e sull’assistenza ai richiedenti l’asilo in Svizzera.
La SEM ha perciò già attuato una serie di misure volte a ridurre per quanto possibile i casi di spirali di conflitto nei centri federali d’asilo. È stato ad esempio elaborato un vasto piano di prevenzione della violenza applicato in tutti i CFA e teso a prevenire qualsiasi forma di violenza. Nei CFA si ricorre inoltre ad addetti alla prevenzione dei conflitti che cercano attivamente il contatto con i richiedenti l’asilo al fine di evitare o almeno mitigare i conflitti. È stato altresì adeguato il sistema di rapporto dei casi di conflitto ed è stata avviata l’istituzione di un servizio di reclamo indipendente. Queste misure hanno effetti positivi: nel secondo trimestre del 2021 il numero dei casi di conflitti fuori controllo e degli interventi della polizia è diminuito del 40 per cento rispetto al primo semestre. Tuttavia, secondo Oberholzer, i conflitti nei centri federali d’asilo non si possono evitare in tutti i casi.
Nel suo rapporto, Niklaus Oberholzer fornisce una serie di raccomandazioni per migliorare ulteriormente il settore della sicurezza. Occorre ad esempio verificare e migliorare la formazione di base e quella continua dei collaboratori dei servizi di sicurezza, una richiesta avanzata anche dalla CNPT. È inoltre necessario valutare se la SEM debba occupare le posizioni chiave nei CFA con propri collaboratori in possesso di una formazione di polizia. In tal caso i collaboratori dei servizi di sicurezza privati assumerebbero una funzione di sostegno. Oberholzer raccomanda inoltre alla SEM di regolamentare in modo più preciso l’applicazione delle misure disciplinari e l’impiego dei locali di riflessione nonché di verificare le basi legali per l’applicazione di misure coercitive o di altre misure di polizia volte a proteggere i richiedenti l’asilo e i collaboratori dei CFA. Infine, vanno migliorate le procedure relative ai rapporti sui casi di conflitti.
La SEM esaminerà le raccomandazioni non ancora attuate del rapporto dell’ex giudice federale e, laddove possibile, le metterà in atto. Come misura immediata intende introdurre nell’ordinanza che disciplina l’esercizio dei centri federali d’asilo una disposizione sul ricorso ai locali di riflessione. Occorre garantire che vi si ricorra soltanto in situazioni d’emergenza e dopo aver avvisato la polizia. Inoltre, la SEM verificherà in generale e, se del caso, preciserà l’applicazione delle misure disciplinari e l’impiego dei locali di riflessione e chiarirà se sono necessarie ulteriori disposizioni legislative.
Conclusioni analoghe del controllo interno della SEM
Prima dell’analisi dell’ex giudice Niklaus Oberholzer, la SEM ha avviato un controllo interno delle procedure e competenze nell’ambito della sicurezza che ha evidenziato necessità di miglioramento in diversi settori. Si raccomanda in particolare di definire in modo ancora più chiaro i ruoli dei diversi attori del settore e di intensificare lo scambio tra di loro, di verificare con maggiore sistematicità ed eventualmente migliorare la formazione dei collaboratori dei servizi di sicurezza, di disciplinare in maniera più precisa il trattamento dei rapporti su casi di conflitti e di precisare le istruzioni sull’uso dei locali di riflessione. Anche nel rapporto interno si raccomanda di aumentare la presenza di collaboratori della SEM. Infine, si propone l’istituzione, già avviata, di un servizio per reclami e richieste dei richiedenti l’asilo.
Anche in questo caso le raccomandazioni non ancora messe in atto saranno esaminate e, laddove possibile, attuate.
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Segreteria di Stato della migrazione
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Ultima modifica 10.06.2024